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Aneddoti dell’Ing. Forghieri (La Furia Rossa): I piloti leggenda Ferrari Villeneuve, Regazzoni, Lauda.

Tratto da una sua intervista del 2013 e dal libro “La Ferrari secondo Forghieri”

Pochi Ingegneri possono ritenersi completi e capaci di realizzare un’auto dall’A alla Z al giorno d’oggi anche perché si va sempre più verso una specializzazione dei ruoli data dall’esasperazioni delle problematiche di aerodinamica, elettronica, regolamenti e chi più ne ha ne metta. L’ing. Forghieri fa parte ancora di quei pochi professionisti leggenda che erano in grado di occuparsi a 360° della realizzazione di un’auto da corsa.

Nella sua longeva carriera si è infatti occupato di tutti i generi, formula 1, formule minori, auto da salita, moto ecc ecc. Creando i più grandi gioielli motoristici per Ferrari corse negli anni d’oro e leggendari del motor sport. Quattro gioielli tra tutti da ricordare la Ferrari 312BB, la 312 T2, la 312 T4 e il grande motore di Senna il v12 Lamborghini molto apprezzato per la meravigliosa coppia dal leggendario pilota compianto da tutti.

Quello che ci ha colpito e che ora vorremmo condividere con voi sono gli aneddoti umani spiegati e raccontati dall’Ing. Forghieri riguardo gli aspetti meno conosciuti delle tre leggende piloti da lui avuti in scuderia Ferrari negli anni in cui era Direttore tecnico.

Primo tra tutti Gilles Villeneuve, pilota di grande talento e “forza della natura” che però Forghieri giudica che sarebbe stato incapace molto probabilmente di vincere il campionato del mondo. In quanto per lui ogni gara era per la vita e non metteva niente a calcolo punti in ottica mondiale. Inoltre viene descritto da Forghieri come un puro e semplice anche per via delle sue origini. (Era nato in un paesino del Canada in una casa con palafitta di 8 metri perché in inverno scendeva 8 metri di neve e dove non c’era niente, infatti nasceva come campione di motoslitta).

Curioso l’aneddoto raccontato da Forghieri per delineare il fatto che vedeva Villeneuve ogni GP come unico e per la vita e riguarda il famoso GP di Olanda dove Gilles termina la sua gara su 2 ruote. Forghieri racconta: “una volta rientrato ai box con la macchina danneggiata mi chiese convinto se gliela potevamo mettere a posto perché lui doveva finire la gara. Lo guardammo stralunati in quanto mancavano 2 ruote e il cambio ed era già un miracolo che fosse riuscito a rientrare” ma continua “Gilles era cosi”.

Poi passa a raccontare la figura di Clay Regazzoni pilota molto veloce e altra leggenda della F1. “In contrapposizione a Gilles, Clay incarnava lo stereotipo dei vecchi piloti cioè non solo corse e motori ma anche bella vita. Infatti Forghieri racconta:” grande professionista lavorava anche per 10 ore di fila, ma poi andava a fare le serate nei night e si dimenticava tutto quello fatto nella giornata”. “Velocissimo sui circuiti di Monza e Nurburgring, i suoi preferiti, ma forse troppo irruento per un circuito come Monaco dove era un miracolo se riusciva a finire la corsa”.

Infine Lauda, non cosi amato da Enzo Ferrari come gli altri due dice Forghieri, aggiungendo “quando hai un pilota che se appena gli dai una macchina discreta può vincere e se gli dai una macchina vincente vince sicuro un team non può chiedere di più. Anche se non molto simpatico diventa simpaticissimo”

Personalità da stacanovista e super precisa si portava a casa i tempi per riguardarli alla sera e non regalava nulla di più allo spettacolo per il pubblico di quello che serviva per raggiungere la vittoria nel mondiale.

Tanti sono gli aneddoti che andrebbero riportati per indicare e delineare un periodo del motorsport dove gli uomini erano eccezionali proprio perché erano obbligati ad imprese eccezionali in ogni settore in nome di una passione e non solo per fini economici monetari.

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