Completato il crash test della Rimac Nevera

Rimac ha annunciato nelle scorse ore di aver completato l’intenso processo di omologazione per la Rimac Nevera per poterla commercializzare. Il programma di test è partito nel 2019 e ha richiesto ben 45 crash test fisici diversi per consentire all’hypercar elettrica di diventare idonea per la circolazione.
La prova finale si è svolta alla fine di gennaio e si è trattato del test del palo. Questo riproduce l’impatto laterale di una vettura contro un palo rigido alla velocità di 35 km/h. L’auto viene posizionata perpendicolarmente alla direzione del movimento oppure a un piccolo angolo di distanza dalla perpendicolare.

Rimac ha rivelato che si tratta di una prova difficile poiché c’è pochissimo spazio tra l’occupante e il palo e inoltre quest’ultimo non si deforma molto quando viene colpito. Dopo che la Nevera ha completato la collisione contro il palo, la sua struttura è riuscita a reggere abbastanza bene da consentire l’apertura della portiera sul lato dell’incidente dopo l’impatto.

La casa automobilistica croata afferma che il team che ha creato la Rimac Nevera ha utilizzato uno speciale computer ad alte prestazioni per simulare digitalmente gli effetti di un impatto con dettagli quasi perfetti.

A differenza di una normale supercar che propone una rigidità torsionale di circa 40.000 Nm/grado, il produttore croato sostiene che la sua Nevera ne propone 70.000. Ciò significa che l’abitacolo riesce a proteggere gli occupanti in caso di incidente e può sostenere un peso tre volte superiore a sé stesso sul tetto.

Mate Rimac, fondatore di Rimac Automobili, ha detto: “La Nevera è stata progettata per eccellere in ogni area, con ogni componente esaminato e accuratamente progettato per offrire le migliori prestazioni possibili. Tutti i loro sforzi sono stati assolutamente cruciali per lo sviluppo della Nevera e, poiché quest’ultimo test conclude il programma di crash test, si avvicina la possibilità di consegnare finalmente la nostra hypercar completamente elettrica di nuova generazione ai suoi primi proprietari in tutto il mondo”.