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Lotus Emeya

Il mondo delle hyper GT a quattro posti ha una nuova sfidante: Lotus Emeya. Inutile rimanere ancorati al passato, perché il marchio britannico ha intrapreso una nuova rotta. Al di là delle ragioni del cuore di certi appassionati, per Lotus questa rappresenta una vera e propria rivoluzione. La berlina dal taglio coupé è lunga 5,01 metri, 9 centimetri meno di Eletre, il Suv elettrico che l’ha preceduta. Ma vanta un passo maggiore a tutto vantaggio di una maggiore stabilità sulle curve veloci, pur mutuando in toto la componente elettrica. Verrà commercializzata il prossimo anno e i prezzi dovrebbero essere in un ordine di grandezza superiore ai 100mila euro.

Ovviamente sono sempre i gusti personali a stabilire se un oggetto sia piacevole allo sguardo o meno, ma è difficile che qualcuno possa affermare che la nuova Emeya sia banale. Il cambio di passo rispetto allo stile Lotus, sin qui declinato a sportive compatte e leggere, è lampante. Bisogna ammettere che la volontà di stupire nelle forme sia equiparabile a quella che di fatto ha reso celebre il Marchio Lamborghini.

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Detto questo, la quattro posti anglo-cinese si presenta come berlina filante, che in tema di family feeling conserva una certa personalità rispetto alla maggiore Eletre. Certo i punti in comune sono all’ordine del giorno, ma sembrano meno omologate rispetto ad alcune competitor dello stesso segmento.

Quattro posti secchi per altrettante poltrone sportive. Display centrale, che di fatto fa da centro nevralgico per il comparto multimediale e non solo. Potete aprire le portiere dallo stesso schermo touch oppure con un bottone su ogni porta. Lo spazio non manca e le sedute sono molto basse a tutto vantaggio della sensazione sportiva.

Ci sono altri due display nella striscia della plancia, uno destinato al conducente e uno al passeggero. A bordo, per quanto minimalista e minimale, è la sostenibilità il tratto distintivo. Tanto che è stato impiegato un filato che nasce gli scarti di cotone dell’industria della moda e dell’abbigliamento.

Ciò non significa rinunciare all’intrattenimento e alla multimedialità. Da un lato il sistema audio sviluppato da Kef con audio surround 3D abilitato Dolby Atmos, dall’altro l’head-up display (HUD) a realtà aumentata (AR) da 55 pollici.

Due i livelli di potenza disponibili, da 612 a 918 cavalli, che si realizzano grazie ad un sistema di trazione integrale elettrificata con due propulsori elettrici (uno per asse). La coppia massima sfiora i 1000 Nm (985). La versione più prestante è in grado di passare da 0 a 100 km/h in appena 2,78 secondi, spuntando una velocità massima nell’intorno dei 250 km/h. E come la sfidante Porsche Tycan, impiega un sistema di trasmissione (sulla variante da oltre 900 cv) che sul motore posteriore adotta un cambio a due rapporti. La logica di funzionamento non è la stessa, ma si possono considerare similari nella tecnica.

A contenere le prestazioni da supercar ci pensa il sistema di sospensioni a controllo elettronico. Come la più imponente Eletre anche la Emeya dovrebbe essere equipaggiata con retrotreno autosterzante e molle pneumatiche.

In tema di similitudini, la maxi berlina elettrica è provvista dello stesso accumulatore da 102 kWh di capacità. Un pacco batteria agli ioni di litio dotato di celle prismatiche, che rappresenta il top di gamma dei prodotti realizzati dal colosso cinese CATL. La sua peculiarità è quella di essere in grado di massimizzare lo spazio disponibile nel case, tanto da occuparne il 72% di quello disponibile.

Il sistema di accumulo è capace di assorbire potenze sino a 350 kW in corrente continua. La berlina coupé è in grado in questo caso specifico di guadagnare 150 km di autonomia in appena 5 minuti di ricarica, mentre per passare dal 10 all’80% di carica sono necessari 18 minuti.

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